lunedì 28 dicembre 2020

#STEP 28 - Sintesi finale

 Siamo giunti alla fine del nostro percorso. Percorso nel quale spero abbiate trovato ciò che cercavate o ciò che non conoscevate e che ora porterete con voi.

Primi modelli di radar

Il radar, strumento nato dalla necessità di dare una svolta alla Seconda Guerra Mondiale, vede decine di scienziati di tutte le nazioni cimentarsi in una sorta di corsa a chi per primo, da li poco, avrebbe messo a punto questa nuova tecnologia. L'Italia, guidata da Guglielmo Marconi, cercò di farsi sentire nella comunità scientifica ma, come abbiamo detto più volte nel blog, per tutta la prima metà del '900 rimarrà solo una profezia, un progetto che vede la sua realizzazione solo dopo l'esordio da parte di altre nazioni. Tra le prime spiccano sicuramente America ed Inghilterra, nazioni alle quali vengono riconosciuti i primi brevetti e nazioni che , grazie all'utilizzo di questo nuovo strumento, saranno in grado di cambiare gli assetti bellici di quel tempo. Il radar venne installato su navi ed aerei dando il via alla cosìdetta "guerra invisibile"; per chi, come la Germania, fosse all'oscuro di questa tecnologia iniziò una vera e propria  propaganda di terrore contro questi "nemici invisibili". (Curiosa è la risposta che ricevette dall'Inghilterra: "i nostri piloti mangiano carote migliorandosi la vista").

Primi modelli di radar

Infine, come abbiamo riportato anche nello studio dell'utilizzo di determinate parole nel tempo, possiamo notare come la parola guerra e la parola radar subiscono una crescita parallela, prova ancora più schiacciante del contesto nel quale nasce questo strumento.

Tralasciando ora la storia di questo strumento ed andando ad analizzare invece l'aspetto fisico-scientifico ci accorgiamo che il radar, seppur semplice nel capirne il funzionamento, cela un complesso studio elettromagnetico e necessita sicuramente di tecnologie che solo il '900 poteva garantirgli: la maggior parte dei sui componenti, infatti, non sono semplici pezzi meccanici da assemblare, ma schede madri in silicio con l'implementazione di  transistor, resistenze, ect.



Fortunatamente l'ambiente militare non fu l'unica espressione del radar. I vari modelli che da li in poi vennero sviluppati riuscirono a spaziare in più campi come quello metereologico (attività fondamentale riportata anche in alcuni francobolli), mappatura del territorio (es. fondali marini) e rilevazione varia di oggetti o di incendi. Nella praticità di tutti i giorni il radar viene utilizzato appunto dalle stazioni meteo per le previsioni atmosferiche, ma anche dai pescatori per individuare lo spostamento di banchi di pesci e, come già in passato, continuano a costituire una parte fondamentale dell'armeria del Ministero della Difesa (ed in alcuni comparti ne è addirittura il simbolo).  Questo suo importante utilizzo pratico, alla portata dei più, portò la comunità scientifica di ogni nazione a regolamentarne l'uso in difesa di possibili danni alla salute: nascono così le prime normative a riguardo (sia italiane che europee).















All'interno del blog sono presenti anche alcuni elementi come la mappa concettuale o l'abbecedario che raggruppano nel loro interno gli aspetti fondamentali, i concetti, i numeri e le cose che ruotano attorno al nostro protagonista.

Concludiamo dicendo che, fin dai suoi esordi, il radar si è rivelato uno strumento che punta al futuro, che punta lontano, all'ignoto. La capacità di poter captare e osservare qualcosa che è distante da noi migliorò i nostri orizzonti fino a portarci addirittura nello spazio. Film e fumetti ricalcano questo sguardo teso all'infinito, dando vita a storie legate alla scoperta di nuovi mondi, di nuove civiltà, di lunghi spostamenti interspaziali, etc...

Nave Enterprise - Star Trek

Il percorso che abbiamo compiuto insieme non vuole mirare alla mera conoscenza della storia o del funzionamento del radar, ma ci vuole condurre in un'ottica di comportamento, ad una filosofia.
Ciò che non vediamo e non conosciamo ci spaventa, come spaventò i tedeschi quando si accorsero che le loro armi non funzionavano in confronto a quelle inglesi; e ciò che non conosciamo può venir affrontato in due modi:
- possiamo inventarci noi stessi una scusa per poi crederci, come fecero sempre i tedeschi abboccando alla propaganda inglese dei "mangiatori di carote"
- oppure possiamo attrezzarci anche noi con i giusti strumenti, come il radar in guerra, grazie ai quali riusciremo a vedere anche ciò che anche il buio ci nasconde. 

Quale metodo scegli tu?


lunedì 21 dicembre 2020

#R.A.D.A.R - Filosofia di vita

Rischiare, con una serie studiata e chirurgica di “no”, di perdere occasioni di vita buone solo a fare volume esistenziale; in compenso imparare a puntare sulla qualità, ad essere un po’ meno ‘foglia al vento’ e rispettare, facendolo rispettare anche agli altri, il proprio tempo. Le migliori occasioni, a volte, sono quelle perse; anche nel non vissuto c’è vita a dispetto dei fautori del fare. Ma non può esserci ‘economia energetica’ senza obiettivi: il progetto, e le scelte che facciamo intorno ad esso, sono strettamente interconnessi anche se all’apparenza slegati.

Andare controcorrente imparando ad andare prima di tutto ‘contro se stessi’, non cedere a un’apparente lampante convenienza e a una logicità della prima ora; allenarsi alla seconda battuta, al vuoto creatore o alla pausa musicale, all’eversione insita nell’incompleto e alla pazienza dei movimenti, aprendo lettere e pacchi postali dopo ore o giorni; disciplinare l’entusiasmo febbrile con la museruola della defervescenza. Un darsi tempo che non reprime gli animi ma li libera dal possesso e dalla nevrosi che rende ciechi.


Dare credito alla propria esperienza: è vero, le cose possono cambiare ed essere sempre diverse di volta in volta, ma ignorare il campanello dell’esperienza significa ignorare la propria storia, gli insegnamenti interiorizzati, le cose già fatte, le persone incontrate, le tipologie e le ideologie fallimentari, che stanno lì a dirci cosa non ripetere, chi evitare, per aggiustare il tiro, per esplorare nuove angolature e tentare di crescere sempre e solo in nome della qualità. Fare prevenzione senza farlo pesare al prossimo e senza giudicare, con stile.


Archiviare vicende e personaggi, per non rimanere impantanati nelle buche fangose della ricerca di gratitudine o di vendetta; lasciar andare, saper voltare pagina e cambiare scenari, svincolarsi da schemi, dogmatismi, luoghi, etichette, obblighi inventati dall’altrui vanità e dalla sete di dominio sul tuo spazio e sul tuo tempo. Ci è piaciuta in passato la funzione vanagloriosa di ‘ascoltatori’, fino a quando non abbiamo capito che la promozione del prossimo derivante dall’ascolto e da una compassione pseudoreligiosa si stava trasformando in un travaso di energia negativa basato sullo sfogo non costruttivo e sull’egocentrismo dell’ascoltato. I danni dell’altruismo non hanno tardato a manifestarsi; il silenzioso potere autorigenerante del libero arbitrio non è stato compreso dalla storia sociale. Sfuggire con classe a una storia già scritta, senza strappi eclatanti: ci vuole molto esercizio lontano dai riflettori, ma non è impossibile realizzarlo.


Ragionare prima di rispondere o di partire. La scelta della parola e della meta geografica non è una faccenda da prendere sottogamba: nel primo caso si rischia di impelagarsi in situazioni non realmente desiderate e cercate; nel secondo caso non viene rispettata la cosiddetta ‘vocazione nel (e non del) viaggiatore’, da non intendersi come predisposizione al viaggio‐spostamento fisico: le città e i luoghi in realtà ci chiamano. La loro voce, facendo leva su archetipi ereditati non si sa bene come, è lì dentro di noi che cerca da anni di convincerci a partire, ma spesso scegliamo posti insensati suggeriti dall’emotività collettiva, dando forma a partenze non confortate da una struttura vocazionale coltivata nel tempo.


R.A.D.A.R. è vedere nella tempesta, prevedere gli sviluppi e quindi, per quanto possibile, prevenire il caso tenendo saldo il timone del nostro andare, percepire la sensazione forse illusoria di avere un minimo di controllo sull’esistenza in base a piccole decisioni quotidiane, apparentemente effimere ma a lungo andare incisive.

giovedì 17 dicembre 2020

#STEP 26 - La chimica e gli strumenti scientifici

Radar e carote. Cosa c’entrano radar e carote gli uni con le altre? E perché le sciocchezze, oggi indicate col termine “bufala”, aiutano a vincere la guerra?
In realtà, come avevamo riportato nello STEP 13, si tratta di un aneddoto che risale al secondo conflitto mondiale e che ha coinvolto scienza e scienziati in relazione al fatto che gli anni immediatamente precedenti la guerra sono stati ricchi di scoperte scientifiche nel campo biochimico. Fu infatti tra gli anni Venti e Trenta del Ventesimo secolo che venne individuato il ruolo di molte vitamine tra cui la vitamina A o retinolo.
Si scoprì che precursore di questa molecola, importante anche nei processi chimici legati alla visione (una rappresentazione di tale processo è nella figura di copertina), era il beta-carotene, molecola contenuta in parecchi alimenti di origine vegetale, tra cui le carote.
La seconda guerra mondiale conta diversi episodi di coraggio e tantissime innovazioni tecnologiche. Una di queste fu l’invenzione del radar  che, durante la battaglia d’Inghilterra, fu risolutivo per la sconfitta della Luftwaffe e la determinazione dell’andamento della guerra.

ED ALLORA COSA C’ENTRANO RADAR E CAROTE? IN CHE MODO SONO CORRELATI TRA DI LORO?

Si narra che i Tedeschi fossero alla ricerca dei motivi per cui i piloti della RAF (Royal Air Force) fossero superiori a quelli della Luftwaffe. I primi pare sapessero anticipare le mosse dei secondi potendo colpirli ed abbatterli in tempi molto rapidi. Il trucco era nell’uso della tecnologia del radar che consentiva di “vedere” gli aerei nemici molto tempo prima del loro arrivo nei pressi delle bianche scogliere di Dover.
Ma c’era la guerra. Il radar ed il suo innovativo uso in campo bellico doveva essere protetto. Non si poteva permettere che una tale tecnologia cadesse nelle mani del nemico.
Cosa inventò il controspionaggio Inglese? Approfittando delle delucidazioni biochimiche in merito ai processi della visione e dal ruolo svolto dal beta-carotene come precursore del retinolo, le spie Inglesi sparsero la voce che la superiorità in battaglia del piloti della RAF fosse dovuta alla loro alimentazione a base di carote. Esse consentivano il potenziamento della vista dei militari che, per questo, erano in grado di individuare gli aerei nemici con largo anticipo rispetto al loro arrivo sulle coste Britanniche.
Non si sa se i Tedeschi abbiano abboccato ad una simile sciocchezza. In ogni caso, ancora oggi sia le mamme Inglesi che quelle Tedesche hanno una predilezione per le carote come alimento principe per la nutrizione dei loro pargoli.


Fonti:

giovedì 3 dicembre 2020

#STEP 25 - Cose personali



MEMENTO: il cubo di Rubik. Il mio primo approccio alla matematica, alla consapevolezza che anche ciò che ti sembra impossibile ha sempre una soluzione. Basta trovarla


UTENSILE: personal computer. Elemento ormai fondamentale dagli anni 2000 ma, che ad oggi, 2020, causa pandemia da Covid-19, risulta più essenziale che mai


FETICCIO: gesso da lavagna. Spero con tutto il cuore un giorno di poter insegnare; di potermi trovare di fronte a fanciulli desiderosi di apprendere e che capiscano che la cosa più importante sia seguire le proprie aspirazioni, i propri sogni

 

venerdì 27 novembre 2020

#STEP 24 - Le parole nella storia

Grafico 1

Nel primo grafico possiamo notare come la parola RADAR abbia un incremento molto importante nel suo utilizzo negli anni '40, anni della seconda guerra mondiale. Come infatti abbiamo sostenuto nell STEP 9, la motivazione principale che ha spinto allo studio, alla ricerca e alla tempestiva realizzazione di questo strumento è stata la necessità di far fronte a nuove tecnologie che permettevano di combattere il nemico senza vederlo. Nello stesso grafico si può anche notare come l'incremento non sia correlato a quello della parola elettromagnetismo, parola che ha avuto un utilizzo costante a partire dall'inizio del '900 fino addirittura ai giorni nostri. Nonostante lo studio delle onde elettromagnetiche stia alla base del funzionamento del radar non è stato d'impatto sul linguaggio quotidiano quanto la funzione dello strumento stesso. Sottolinea quanto questo dispositivo abbia avuto un piccolissimo interesse in ambito scientifico rispetto all'uso di questa parola in un altro contesto.

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Grafico 2
        
Curioso è l'andamento che ho notato inserendo e comparando la parola radar con quella di nazismo, quest'ultima l'ho utilizzata come identificativo della seconda guerra mondiale. Come mi aspettavo e come ho sostenuto poche righe fa, sembra esserci una correlazione tra l'inizio della guerra con l'utilizzo del radar. La parola guerra utilizzata qualche anno prima che anticipa la risposta della comunità scientifica venuta qualche anno dopo dettata dalla realizzazione dello strumento.

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Come sostenuto nello STEP 8, mi aspettavo anche qui una correlazione con la parola silicio. Si nota come vi è un inizio di utilizzo di questa parola a partire dalla fine del '700, quando lo scienziato Lavoiser ne scoprì l'esistenza. Inizia qui la sua era, viene studiato a lungo e vengono anche studiati i metodi fisici e chimici per aumentare la sua purezza e renderlo un ottimo semiconduttore. L'utilizzo del termine, raggiunta la metà del '900, sembra seguire quella della parola radar; infatti in quei anni l'elemento chimico era proprio utilizzato per la realizzazione di componenti per lo strumento utilizzato nella seconda guerra mondiale.

lunedì 23 novembre 2020

CEI 211-7/B





 

#STEP 23 - Le normative

 A livello nazionale, il riferimento normativo per la sicurezza nei luoghi di lavoro è  il decreto legislativo 9 aprile 2008 n.81 “Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro”. Le disposizioni specifiche in materia di protezione dei lavoratori dalle esposizioni ai campi elettromagnetici sono contenute nel Capo IV del Titolo VIII - Agenti fisici così come modificato dal Decreto Legislativo 1 AGOSTO 2016 N.159 (GU N. 192 del 18-8-2016) che ha recepito in Italia la DIRETTIVA 2013/35/UE.


DIRETTIVA 2013/35/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio (26 giugno 2013)



Ai fini di agevolare la valutazione del rischio CEM (campo elettro magnetico) è disponibile il documento redatto dal Coordinamento Tecnico Regioni in collaborazione con INAIL e ISS  "Decreto Legislativo 81/2008 Titolo VIII, Capo IV e s.m.i. sulla prevenzione e protezione dai rischi di esposizione a campi elettromagnetici: Indicazioni operative " (approvato dal Gruppo di Lavoro Agenti Fisici il 18/03/2019 e dall'Area Prevenzione e Sanità Pubblica della Commissione Salute  il 20/06/2019).

Tale documento sostituisce integralmente il capitolo dedicato al Titolo VIII Capo IV,contenuto nelle Indicazioni Operative approvate dal Coordinamento Tecnico Interregionale per la Prevenzione e Sicurezza nei luoghi di Lavoro.


Decreto Legislativo 81/2008, Titolo VIII, Capo IV e s.m.i.



Oltre a questo documento, occorre seguire anche la Legge Quadro 36 del febbraio del 2001 pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n° 55, legge sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici.


Legge Quadro 36 del 22 febbraio 2001




A livello Europeo, oltre alla già citata DIRETTIVA 2013/35/UE, è stato redatto nel 2001 il documento CEI 211-7 (Guida per la misura e per la valutazione dei campi elettromagnetici nell’intervallo di frequenza 10 kHz - 300 GHz, con riferimento all’esposizione umana ). Nello specifico, lo strumento radar è contemplato nell’appendice B.

CEI 211-7/B (Guida per la misura e per la valutazione dei campi elettromagnetici nell’intervallo di frequenza 10 kHz - 300 GHz, con riferimento all’esposizione umana Appendice B: Misura e valutazione del campo elettromagnetico emesso dagli impianti radar di potenza)


CEI 211-7 Appendice B



Fonti:

https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2016/08/18/16G00172/sg

https://my.ceinorme.it/index.html?locale=it#detailsId=0000014919

https://eur-lex.europa.eu

domenica 22 novembre 2020

#STEP 22 - Un manuale d'uso

Il radar, come abbiamo ripetuto moltissime volte in questo blog, è uno strumento fisico-scientifico molto avanzato, in grado di rilevare la posizione degli oggetti grazie al rilevamento di un.onda elettromagnetica riflessa da un oggetto distante da noi. Strumento nato durante la guerra che vede i suoi principali impieghi sulla navi militari.

Il suo utilizzo bellico potrebbe risultare da un lato troppo complesso, come le configurazioni iniziali, dall'altro troppo banale, essendo abituati a vedere nei film semplicemente una spia che si accende sul monitor in caso di oggetto rilevato. 

Per questo ho deciso di trattare un suo utilizzo più pratico e possibilmente vicino alla realtà di tutti i giorni.

Navigando sul web mi sono imbattuto nella piattaforma RADAR del sito della protezione civile italiana.


Se visitate il link vi troverete di fronte ad una mappa radar di carattere metereologico... ma anche qui necessitiamo di informazioni e competenze per riuscire a comprenderla al meglio.



Esaminiamo la mappa radar di una giornata di pioggia. La scala graduata sulla destra indica il valore della riflettività (o precipitazione) in dBz con valori crescenti passando dal blu (nuvole dense, assenza di pioggia) al rosso (pioggia molto intensa). Nella mappa le zone in verde sono quelle in cui la pioggia è stata effetivamente misurata, le zone in rosso vicino al radar sono dovute al segnale di ritorno delle montagne vicine. Quest'eco indesiderato può essere facilmente eliminato mediante l'utilizzo di un filtro, nell'esempio si riportano mappe non corrette che evidenziano la non felice posizione del radar che costringe a lavorare con angoli di elevazione molto alti. La caratteristica nell'utilizzare questa visuale dall'alto bidimensionale, tipica del PPI, è che man mano che ci allontaniamo dal radar (centro della figura) la misura è presa ad una quota sempre più alta per cui diventa più difficile la correlazione con la pioggia a terra ad esempio nella zona di Ascoli a circa 70 Km dal radar la misura è presa a 8 Km di altezza. 


PPI - aumento quota all'aumentare del raggio d'azione

Un PPI è costituito da tanti raggi, un raggio a sua volta risulta diviso in bin (o gates) che costituisce la più piccola porzione di atmosfera "misurabile" (risoluzione spaziale). La risoluzione radiale del bin (Gatewidth) la scegliamo noi, quella azimutale è determinata dall'angolo di apertura del lobo principale (1.6 gradi). Chiaramente avremo bin via via più grossi man mano che ci allontaniamo dal radar.

Nella figura possiamo inoltre vedere i parametri usati durante la misura: la frequenza di ripetizione degli impulsi è di 250 Hz, questo permette in teoria di avere un range non ambiguo pari a 0.5*c/PRF=600 Km, dove c la velocità della luce, la durata di ogni impulso è di 2 microsecondi e il numero di impulsi (samples) su cui medio per avere la misura su tutti i bin di un raggio è pari a 32. Il software permette di scegliere diverse mappe di sfondo, ognuna con un range diverso, nel nostro caso abbiamo una mappa a 120 Km ed essendo la risoluzione radiale di 500 metri, ogni raggio è costituito da 240 bin (o gates). Infine, come detto, non è stato usato alcun filtro di clutter, in grado di eliminare gli ostacoli fissi.



PPI INTENSITA' RANGE 120 Km

1 MARZO 2000   ORE 18.50



PRF: 250Hz
Elevazione: 6.5°

GateWidth: 500 m

PulseWidth: 2000 ns

Samples:  32 

Clutter Filter: Off

Gates: 240  

Unfolding:  Off


 















La sezione verticale (RHI) si ottiene mantenedo fisso l'angolo di azimuth e facendo variare l'angolo di elevazione tra due valori predefiniti. Essa mostra lo sviluppo in quota della perturbazione, in questo caso possiamo vedere come l'altezza delle nubi precipitanti sfiori i 10 Km di altezza.



RHI INTENSITA'  RANGE 120 Km

1 MARZO 2000  ORE 20.30

 


PRF:
250 Hz
Azimuth: 10°

GateWidth: 500 m

PulseWidth: 2000 ns

Samples:  32 

Clutter Filter: Off

Gates: 240  

Unfolding:  Off

















Un problema dei radaristi è collegare il valore della riflettività (Z), ossia della potenza retrodiffusa dalle idrometeore con quello della pioggia effettivamente misurata a terra (R), nel nostro caso essendo il radar a singola polarizzazione purtroppo abbiamo solo un parametro utile per il calcolo della pioggia per cui si potrebbe usare una delle tante relazioni Z/R esistenti in letteratura e tentare una calibrazione con delle misure pluviometriche da terra. Comunque per capire meglio la scala di riflettività basta esaminare la seguente tabella in cui si è usata la nota relazione di Marshall-Palmer z=200 R1.6 con z espresso in mm6/m3 e R in mm/h, poi per comodità di calcolo i mm6/m3 vengono trasformati in dBZ : Z=10log(z)



RIFLETTIVITA' Z (dBZ)

PRECIPITAZIONE R (mm/h)

TIPOLOGIA

-30

-

Leggera nebbia o deboli nuvole, non ci sono precipitazioni

tra -30 e 20

-

Tipi di nuvole via via più dense, senza pioggia

20

<1

Pioggerella appena percettibile

30

3

Pioggia leggera

40

12

Pioggia media

50

50

Pioggia forte

55

100

Pioggia molto forte

tra 55 e 75

-

Pioggia mista a grandine

75

-

Grandinata molto violenta



Il radar doppler è in grado di misurare, oltre che l'intensità, anche la velocità radiale della perturbazione. Viene sfruttato l'effetto Doppler, ossia lo shift di frequenza che subisce un'onda elettromagnetica quando incontra un ostacolo in movimento, la misura dello shift permette di risalire alla velocità radiale del bersaglio. Nella figura è riportata una mappa della velocità radiale della perturbazione già vista precedentemente, il suo movimento è da ovest verso est, infatti a sinistra del radar, che si trova al centro della figura, c'è una prevalenza di colori viola/blu quindi la perturbazione va verso il radar (toward) a destra invece abbiamo colori gialli/rossi che indicano un allontanamento dal radar (away). Da notare che per misure di velocità siamo costretti ad aumentare la PRF, infatti la velocità massima misurabile è pari a 0.25*(PRF*l) con l lunghezza d'onda della radiazione incidente: con una PRF di 250 HZ abbiamo una Vmax pari a 3.4 m/s assolutamente insufficiente, con 1180 Hz arriviamo a 16 m/s. In figura in realtà Vmax=32 m/s, infatti è possibile alzare ulteriormente la massima velocità misurabile mandando alternativamente due PRF diverse.


PPI VELOCITA'   RANGE 120 Km

1 MARZO 2000 ORE 17.30


PRF: 1180 Hz

Elevazione: 6.5°

GateWidth: 250 m

PulseWidth: 800 ns

Samples: 64

Clutter Filter: Off

Gates : 480

Unfolding: 3/2



sabato 21 novembre 2020

#STEP 21 - Nei fumetti

 

The Avengers - United they stand : nell'angolo in basso a sinistra si può notare il componente fondamentale del radar, l'antenna, che capta il passaggio del veivolo.

Si rimanda alla lettura dell'intero fumetto al seguente link: The Avengers - United they stand #4


Word's Finest : si può notare nel fumetto con protagonisti i famosissimi Super-Man e Batman alle prese con un altra antenna radar.

Si rimanda alla lettura dell'intero fumetto al seguente link: Word's Finest #134


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Di seguito riporto alcune vignette umoristiche riportanti il radar in un'altra sua componente fondamentale: il display. Su quest'ultimo infatti viene trasformato il segnare elettromagnetico di ritorno come un'immagine su uno schermo che interfaccia con l'utente. 





Fonti:

venerdì 20 novembre 2020

#STEP 20 - Il marchio

Assicurare 24 ore su 24 la sicurezza del Paese garantendo il controllo dello spazio aereo e proteggere gli interessi nazionali in patria e all’estero sono alcuni dei compiti assegnati alla nostra Aeronautica Militare.

Per fare questo la Forza Armata ha bisogno di “vedere” e “comunicare” in maniera efficace, cosa che fa grazie alla rete di sensori della Difesa Aerea, del Traffico Aereo e dell’Assistenza al Volo.

Tutte queste sofisticate apparecchiature hanno però bisogno di essere manutenute e, in caso di avaria, prontamente riparate; L’Ente manutentore della Forza Armata è la 4^ Brigata Telecomunicazioni e Sistemi per la Difesa Aerea e l’Assistenza al Volo sita a Borgo Piave – Latina.

La 4^ Brigata Telecomunicazioni e Sistemi per la Difesa Aerea e l’Assistenza al Volo di Borgo Piave è la principale struttura della 3ª Divisione del Comando Logistico dell’Aeronautica Militare che ha la responsabilità della progettazione, realizzazione, installazione, manutenzione sia sul territorio nazionale che in operazioni fuori dai confini nazionali, dei sistemi di telecomunicazioni ed elettronica, dei sistemi radar, delle radio assistenze al volo e alla navigazione aerea e dei sistemi di supporto alla meteorologia.



4^ Brigata Telecomunicazioni e Sistemi per la Difesa Aerea e l’Assistenza al Volo

Lo stemma di Reparto
Al centro dello scudo è raffigurata un’aquila, simbolo della natura dell’Aeronautica Militare e quindi di determinazione e di coraggio, nel gesto di artigliare un satellite che simboleggia l’importanza delle comunicazioni. Il tutto sovrasta una raffigurazione semplificata dello schermo di un RADAR, simbolo della Difesa Aerea e del Traffico Aereo, sul quale spiccano tre tracce, a rappresentare i tre Reparti storici la cui unione ha dato vita al 4° Reparto Tecnico Manutentivo DA/AV/TLC e a seguire alla neo costituita 4ª Brigata Telecomunicazioni e Sistemi per la D.A. e l’ A.V.
Uno dei sei settori in cui è suddiviso lo schermo RADAR è a forma di alveare, a simboleggiare la laboriosità e l’operosità che sono proprie dell’ambito afferente alla logistica del Materiale Aeronautico e, nel settore inferiore, sono riportati i colori della Bandiera Nazionale a simboleggiare l’operato della Brigata a difesa della Patria.

Colori utilizzati:
– blu per lo sfondo che riprende quello già utilizzato per gli Stemmi dei precedenti Enti di volta in volta riconfigurati sul sedime di Borgo Piave (LT);
– verde in tonalità più chiare e più scure per lo scudo centrale.
– infine ovviamente rosso, bianco e verde : il tricolore italiano.

venerdì 13 novembre 2020

#STEP 19 - L'abbecedario

 

Fonte:
Radar

  • A come antenna
  • B come buio (grazie al radar, anche visibilità notturna)
  • C come carote (si rimanda alla campagna pubblicitaria)
  • D come display
  • E come elettromagnetismo
  • F come frequenze
  • G come guerra (primo e maggior campo di utilizzo dello strumento)
  • H come Hülsmeyer
  • I come impulso (radar ad impulsi)
  • L come latitudine (un delle due coordinate del rilevamento)
  • M come Marconi
  • N come nave militare (sede di utilizzo dei primi radar)
  • O come onde elettromagnetiche (inviate e ricevute)
  • P come profezia
  • Q come quota azimutale
  • R come rilevatore
  • S come silicio
  • T come Taylor
  • U come Ugo Tiberio
  • V come valori rilevati (coordinate dell'oggetto)
  • Z come zona (area tipa del raggio d'azione del radar)

giovedì 12 novembre 2020

#STEP 18 - Francobolli


  富士山頂気象レーダー完成記念 1

Commemorazione del completamento del radar meteorologico del Monte Fuji 1

  1965(S40).3.10発行

1965 (S40) 3.10 emesso



  カバー版元: 中村浪静堂版(Ⅱ)

Editore di copertina: versione Nakamura Naniseido (II)

  切手図案: 剣ヶ峰の気象レーダー

 (原画:大塚均)

Design del timbro: radar meteorologico Kengamine

(Immagine originale: Hitoshi Otsuka)

  カシェ図案: 剣ヶ峰の気象レーダー

 (図案:大塚均)

Cashe Design: Kengamine Meteorological Radar

(Design: Hitoshi Otsuka)

  記念印: 御殿場局

Marchio commemorativo: Gotenba Bureau

Fonte: